Sclerosi multipla, possibili benefici dal regime di restrizione dietetica intermittente?

15 Dicembre 2022
Esame sclerosi multipla

Nelle persone affette da sclerosi multipla, una restrizione dietetica (CR) intermittente è stata associata ad una riduzione di sottogruppi di linfociti T della memoria.

Secondo gli Autori dello studio, i cambiamenti osservati possono essere mediati da alcune modificazioni a carico di specifiche classi di metaboliti lipidici.

La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune e neurodegenerativa del sistema nervoso centrale (SNC). La progressione della disabilità è attualmente irreversibile e la prognosi è altamente variabile, evidenziando la necessità di focalizzare la ricerca su fattori di rischio modificabili e protettivi che possano ridurre e/o evitare la progressione della malattia.
Negli ultimi anni, Il ruolo della dieta, ed in particolare della restrizione calorica, è emerso come un fattore importante che può modulare il decorso della sclerosi multipla.

La restrizione calorica (CR), definita come la riduzione dell’apporto energetico senza malnutrizione, è una manipolazione dietetica che ha dimostrato di migliorare la salute e la longevità nella maggior parte degli organismi modello. Sebbene, i benefici raccolti dalla CR siano stati inizialmente attribuiti alla riduzione cronica dell’apporto calorico, ancora oggi gli esatti meccanismi sono da chiarire.

Per la prima volta sono stati resi disponibili in modalità preprint su medRxriv, i meccanismi alla base dei cambiamenti immunitari conseguenti a modificazioni del regime alimentare.

Lo studio è stato condotto su 36 pazienti affetti da sclerosi multipla sottoposti a tre diversi regimi alimentari per 8 settimane.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere:
– una dieta CR giornaliera (riduzione del 22% delle calorie, 7 giorni/settimana);
– una dieta CR intermittente (riduzione del 75%, 2 giorni/settimana; 100%, 5 giorni/settimana)
dieta stabile (100%, 7 giorni/settimana).

La citometria a flusso di cellule mononucleate del sangue periferico crioconservato alle settimane 0 e 8 è stata utilizzata per identificare i sottoinsiemi di cellule T CD4+ e CD8+ tra cui la memoria effettrice, la memoria centrale e le cellule naïve. L’86% dei soggetti in studio hanno completato la ricerca.
Gli individui randomizzati a CR intermittente hanno avuto riduzioni significative di CD4+CM (-4,87%; IC 95%: -8,59%, -1,15%; p=0,01), CD4+EM (-3,82%; IC 95%: -7,44, – 0,21; p=0,04) e CD8+EM (-6,96%; IC 95%: -11,96, -1,97; p=0,006) con aumenti proporzionali nei sottoinsiemi naïve (CD4+Naïve: 5,81%; IC 95%: -0,01, 11,63%; p=0,05; CD8+Naïve: 10,11%; IC 95%: 3,30, 16,92%; p=0,006).
Non sono state osservate variazioni per la CR giornaliera o per le diete a peso stabile.

Inoltre, i risultati derivanti dal sottogruppo in CR hanno mostrato cambiamenti nei livelli di metaboliti lipidici circolanti, tra cui le acil carnitine e alcuni glicerofosfolipidi.

In sintesi, i dati mostrano che i regimi dietetici intermittenti sono metodi sicuri ed efficaci nella perdita di peso per le persone affette da SM, determinando una riduzione dei sottogruppi di cellule T di memoria che possono essere mediati da cambiamenti in tipi specifici di glicerofosfolipidi.
Secondo gli stessi Autori, questa conoscenza contribuirà ad una maggiore comprensione delle implicazioni a lungo termine della CR nelle persone con SM, tenendo conto che i cambiamenti biologici rilevati possano essere fattori importanti negli aspetti infiammatori o neurodegenerativi del decorso della malattia.