Camminare su un filo sospeso: la comunicazione con il paziente oncologico

21 Marzo 2023
Comunicazione con il paziente

Un’assistenza efficace è indissolubilmente legata a una comunicazione con il paziente altrettanto efficace. Non sorprende, quindi, che l’argomento sia stato ampiamente studiato. Gli oncologi devono affrontare un compito enormemente difficile: guidare i pazienti in quello che potrebbe essere il viaggio più spiacevole della loro vita. E i pazienti, dal loro canto, devono affrontare un compito enormemente difficile: camminare in bilico lungo un percorso che li porta a confrontarsi con una malattia spaventosa, in un sistema sanitario che, spesso, può sembrare freddo e distante.

La comunicazione tra i malati di cancro, i loro cari e i medici curanti presenta molte sfide. La posta in gioco, dal punto di vista medico ed emotivo, è alta e generalmente c’è una grande disparità di esperienza: i pazienti conoscono loro stessi, la loro vita e i propri valori, mentre i medici ne sanno di più sulla medicina.

La ricetta perfetta non esiste, ma è stato dimostrato che i pazienti preferiscono un tipo di comunicazione che sappia comprendere sia una componente informativa che una componente emotiva, che tenga conto delle preoccupazioni, delle capacità decisionali e che sia appropriata alla progressione della malattia.

È stato, inoltre, osservato che una comunicazione efficace tra medico e paziente migliora la gestione del dolore e dei sintomi, migliora il disagio psicologico dei pazienti e la loro soddisfazione per l’assistenza ricevuta.

In questo difficile equilibrio, non bisogna dimenticare che la comunicazione nelle cure oncologiche, nella maggior parte dei casi, non coinvolge solo il paziente e il personale sanitario, ma deve tenere conto dei caregiver, che siano familiari o amici.

Le linee guida della American Society of Clinical Oncology (ASCO)

Per aiutare gli oncologi a districarsi nel difficile compito di comunicare con i pazienti affetti da cancro, l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) ha messo a punto delle linee guida, grazie ad un team composto da specialisti in oncologia medica, psichiatria, infermieristica, medicina palliativa, nonché rappresentanti dei pazienti ed esperti in comunicazione medica. I principali consigli forniti sono:

  • Ascoltare ed esplorare le conoscenze del paziente sulla propria malattia: spesso i pazienti ricevono più informazioni di quelle che riescono a immagazzinare. Per questo, è necessario accertarsi della comprensione e fornire le informazioni a piccole dosi.
  • Discutere apertamente della prognosi: diversi sondaggi hanno permesso di osservare che i pazienti preferiscono avere informazioni sincere sulla prognosi ma, allo stesso tempo, vorrebbero riceverle in un modo che permetta di preservare la loro speranza.
  • Discutere le strategie di trattamento e la possibilità di ricorrere a terapie sperimentali: è importante descrivere chiaramente al paziente i rischi e i benefici di ogni opzione terapeutica e considerare nella scelta anche le aspettative ed esigenze del paziente circa la qualità della vita.
  • Affrontare il tema delle cure di fine vita: probabilmente uno degli argomenti più delicati, che tuttavia può rivelarsi necessario. Le linee guida raccomandano di avviare la conversazione sulle preferenze di fine vita all’inizio del decorso di una malattia terminale ed esplorare come la cultura e la religione di ciascun paziente influiscano sulle loro preferenze.
  • Coinvolgere i caregiver: il cancro colpisce non solo il paziente, ma anche i propri cari. I caregiver possono essere di prezioso aiuto per ascoltare le informazioni sulla malattia e aiutare il paziente nella fase dei trattamenti. Per questo, la linee guida raccomandano di incoraggiare il coinvolgimento della famiglia nelle discussioni sugli obiettivi della cura e del trattamento all’inizio del corso della malattia, se il paziente acconsente.

Imparare a comunicare

La comunicazione sanitaria è molto complessa e una formazione di alta qualità può aiutare i medici a migliorare. Nell’apprendimento delle abilità comunicative, l’obiettivo dei clinici non è tanto quello di comprendere i principi chiave della comunicazione, ma piuttosto di essere in grado di utilizzare abilità comunicative efficaci nella pratica. Per imparare a comunicare coi pazienti, quindi, la pratica è fondamentale. Come per i funamboli è importante allenarsi per camminare su un filo sospeso.

Quando comunicano con i pazienti, i medici portano la propria storia, le esperienze e la propria sensibilità. La formazione sulle abilità di comunicazione è più efficace se promuove la consapevolezza di sé e la consapevolezza situazionale correlata alle emozioni, alle sfaccettature e alle convinzioni sottostanti, che possono influenzare la comunicazione e il processo decisionale. Imparare a comunicare, quindi, è un passo importante per restare in equilibrio sul quel filo, insieme ai pazienti. Un equilibrio che deve preservare la speranza dei pazienti mentre, allo stesso tempo, fornisce loro informazioni accurate.

Autore: Roberta Altobelli

Fonti

  1. Washington KT, Craig KW, Parker Oliver D, Ruggeri JS, Brunk SR, Goldstein AK, Demiris G. Family caregivers’ perspectives on communication with cancer care providers. J Psychosoc Oncol. 2019 Nov-Dec;37(6):777-790. 
  2. Gilligan T, Salmi L, Enzinger A. Patient-Clinician Communication Is a Joint Creation: Working Together Toward Well-Being. Am Soc Clin Oncol Educ Book. 2018 May 23;38:532-539.